giovedì 30 marzo 2017

Frollini alle nocciole


Dosi per due teglie
250 g di burro
160 g di zucchero a velo
100 g di uova (due medie)
400 g di farina
80   g di farina di nocciole

Tirare fuori per tempo il burro e le uova dal frigorifero di modo che raggiungano la temperatura ambientale. Il burro deve raggiungere la consistenza detta "a pomata" (come se fosse spalmabile come una crema).
In planetaria con la foglia lavorare il burro con lo zucchero a velo setacciato quel tanto che serve ad ottenere un composto omogeneo (il burro non va montato).
Unire le uova e le polveri e lasciar lavorare quel tanto che necessita a che si formi un impasto omogeneo.
Formare un panetto, avvolgerlo nella pellicola alimentare e lasciarlo riposare in frigo almeno un paio d'ore (l'impasto può essere preparato anche il giorno prima; può essere congelato).
Tirare ad uno spessore di tre millimetri, creare le forme a piacere con il coppapasta e cuocere in forno preriscaldato a 150-180 ° C (regolatevi con il vostro forno). Io cucino a 150 °C per una ventina di minuti ed a metà cottura alterno le teglie.

sabato 25 marzo 2017

Mousse al passion fruit con la sua gelatina


Cocco e passion fruit per un dolce che fa sognare spiagge assolate e mare cristallino in paradisi tropicali. Un po' presto per pensare al mare, direte voi. Invece no, perchè non è mai troppo presto per viaggiare con la fantasia e figurarsi in luoghi evocativi. Basta chiudere gli occhi, disegnare immagini familiari o proiettare desideri. Non sarà come viverlo. Ma farà stare bene comunque.

giovedì 23 marzo 2017

Cookies al cioccolato


Un classico della pasticceria americana (nonché a mio avviso uno dei pochissimi dolci meritevoli). La loro peculiarità è data dal sentore di caramello che conferisce lo zucchero di canna. Purché...zucchero di canna sia. Consiglio il muscovado, che ha un leggero retrogusto di liquirizia, o il dulcita del commercio equo.

lunedì 20 marzo 2017

Bavarese alla mandorla e creme onctueuse cafè


"Mandorle tostate e caffè vanno a braccetto". Asserzione apodittica di un'amica sperimentatrice di accostamenti talora arditi, consumatrice seriale di tazzine di caffè. A quanto è parso, non aveva torto l'amica, dato che i dolcini hanno incontrato i commenti entusiastici. Fosse per me invece, le piante di caffè verrebbero abbandonate al loro naturale destino.

mercoledì 15 marzo 2017

sabato 11 marzo 2017

Sacher (all'italiana)



I miei amici si aspettavano che mi denunciassero per diffamazione, dopo la pessima pubblicità che ho fatto alla sacher originale. E come avrebbero potuto ? In fondo...ho scritto solo la sacrosanta verità. Ahahah. Pensate che mio figlio, che all'epoca nel nostro viaggio a Vienna, si affacciava nel modo degli adolescenti ed era ancora molto dipendente dal giudizio degli adulti, dopo il primo morso mi ha guardato per cercare di capire cosa ne pensassi di quella osannata torta. Molto timoroso e quasi sussurrando, come temendo che io potessi dirgli che non ne capiva nulla di quella prelibatezza, ha sentenziato che la torta era identica a quella fatta da sua nonna...al micronde. Descrizione perfetta ! Pure il Maestro Pina, non va per il sottile, quando scrive che "senza la ritualità sopra descritta (ndr. panna semimontata e bevanda calda) il prodotto appare sgradevole e stopposo". E se lo dice Pina...c'è da credergli !!
La sua versione all'italiana, invece, è umida e scioglievole, come ci si aspetta solitamente da una torta con il cioccolato.

mercoledì 8 marzo 2017

Cremoso al cioccolato fondente e crema al mascarpone


"Ci son due modi di vivere la vita: uno è come se niente fosse un miracolo, l'altro è come se tutto lo fosse" (Albert Einstein). Tutto...tutto...beh...magari non proprio: per creare questo bicchierino non ci vuole un miracolo di bravura. I cremosi sono preparazioni molto semplici, particolarmente adatte a chi è alle prime armi con i dolci al cucchiaio. E la crema al mascarpone è soltanto la versione più evoluta della classica crema tiramisù.

domenica 5 marzo 2017

Financiers


Avevo un conto in sospeso con i financiers. Da agosto del 2015, quando a Parigi ho gustato quelli creati dalle mani di Philippe Conticini alla Patisserie des reves. Prima di allora li avevo sperimentati nella cucina di casa mia e non avevano incontrato per nulla i miei gusti per la loro consistenza troppo compatta. Che dire ? Che la mano fa la differenza. Ovvio, direte voi, tra la mia di appassionata e quella di un grandissimo professionista del calibro di Conticini ne corre di differenza. Certo che si. Ma spesso ce ne dimentichiamo, in perfetta buona fede. Quante volte ci è capitato di replicare ricette altrui, anche di professionisti, e di averle criticate perché non di nostro gradimento ? O quante volte apprezzando un dolce, o anche un piatto di altri, abbiamo reclamato a gran voce la ricetta, accontentandoci di avere dosi e procedimento sommario, per poi magari non esserne soddisfatti una volta realizzata di propria mano. E ciò senza che ci abbia minimamente sfiorato il dubbio che..forse...il problema non sta nella ricetta, ma nel modo in cui la eseguiamo. E tanto più la ricetta è semplice e tanto meno ci poniamo la domanda se l'abbiamo replicata fedelmente. Spesso non è la ricetta che non funziona. Ma il modo in cui la realizziamo. Ricordarcene, ci aiuta a (cercare di) migliorare sempre di più.

giovedì 2 marzo 2017

Cremoso al gianduia e chantilly ai marroni


"Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l'anima respira e grazie alla quale vive" (Banana Yoshimoto - Un viaggio chiamato vita).
Un granello di felicità è affondare lentamente il cucchiaino in un dolce cremoso e donarsi il piacere di assaporarlo con calma.

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